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#InYourShoes: ragazzi italiani e stranieri si incontrano Crotone

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Giunge  alla tappa più importante #Inyourshoes, il ciclo di laboratori organizzato da SOS Villaggi dei Bambini e SCT Centre coinvolgendo gli studenti dell’istituto Gravina di Crotone  e i Minori Stranieri non Accompagnati di uno dei centri d’accoglienza locali.
Al centro dei primi 3 laboratori, la promozione del dialogo interculturale: si è lavorato sulla conoscenza di sé come premessa per incontrare l’altro al di là degli stereotipi, riproponendo a scuola – in pillole – l’intervento sul tema delle Life Skills portato avanti all’interno dei centri emergenziali con Minori stranieri non accompagnati.

C’è stata grande attesa per il 4° laboratorio
, in cui i ragazzi italiani e stranieri si sono incontrati e si sono scambiati pensieri e domande. Ecco la testimonianza dei nostri operatori di TSC a Crotone.

AHMED, PAOLO E GLI ALTRI

Paolo, 17 anni, vive a Crotone. Vuole fare il calciatore.
Ando è nordafricano, anche a lui piace giocare a calcio.
Paolo ha la macchina, gli piace viaggiare e può andare in giro dove vuole.
Le gambe ed i piedi di Ando sono forti perché l’hanno portato fino a qui e lui si muove sempre a piedi.
Katerina studia tanto, troppo! Le piace sognare: sogna di diventare una cantante ma deve aspettare.
Ad Ahmed piace imparare cose nuove, sogna molto e pensa spesso al suo futuro.
Luca ha la bocca stanca e forte, perché parla bene e tanto però a volte dice cose sbagliate.
Le orecchie di Mamadou sono stanche perché faticano a capire una lingua straniera così diversa dalla sua.
Luca parla il dialetto e anche Mamadou!

Come immagini un tuo coetaneo di un altro Paese? Cosa pensi possa piacergli, cosa sa fare? Quali sono i suoi punti forti? E quelli deboli?
Paolo, Ando, Katerina, Ahmed, Luca e Mamadou sono i personaggi inventati dai ragazzi italiani e stranieri, che hanno favorito l’incontro ed il racconto, superando i confini dei pregiudizi, durante l’ultimo appuntamento del laboratorio #inyourshoes.

Ho scoperto la bellezza delle altre culture, ho scoperto la felicità di questi ragazzi, ho scoperto stare con gli amici e parlare con persone…

Queste le parole con cui ci siamo salutati, con l’augurio di rivedersi ancora.