Due missioni in Libano, per lavorare con lo staff internazionale di IOM (Organizzazione Internazionale delle migrazioni). L’operatrice di Teatro Sociale e di Comunità Manuela Pietraforte è rientrata in Italia dopo aver portato a termine la seconda missione. Il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul team building e il capacity building dello staff IOM locale: un passaggio di competenze agli operatori locali per rafforzare le life skills individuali e il gruppo di lavoro.
La prima missione, a Basaria, aveva come obiettivo il supporto allo staff locale di IOM che lavora in due diversi campi profughi di siriani, abitati da piccoli nuclei di famiglie (tra le 30 e 50 persone l’uno). che sono caratterizzati dal fatto di essere informali, illegali e dispersi. L’operatrice ha avviato con lo staff un’attività di team building e una formazione in azione, cercando di ampliare il tradizionale target delle attività di sensibilizzazione – i bambini – e includendo all’interno delle attività organizzate dallo staff altri gruppi sociali vulnerabili. In particolare, sono stati organizzati due workshop: il primo con ragazze adolescenti sul tema della trasformazione del corpo; il secondo con giovani disabili tra i 18 e i 25 anni.
La seconda missione si è svolta a Baalbek, conosciuto per essere uno dei siti archeologici più importanti del Vicino Oriente, dichiarato nel 1984 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. La missione si è concentrata su un campo profughi palestinese e su 15 campi di profughi siriani che, a differenza di quelli coinvolti nella prima missione, ospitano fino a 500 persone.
Baalbek si trova nella Valle della Beqa’, diventata negli ultimi anni una roccaforte di Hezbollah (Partito di Dio), la fazione sciita politicamente vicina alla Repubblica Islamica dell’Iran e alla Repubblica Araba di Siria. Qui si avverte la tensione tra libanesi e profughi siriani: i rifugiati siriani sono in prevalenza sunniti, mentre la popolazione libanese è in maggioranza sciita e ha sostenuto Assad nel conflitto siriano. I profughi hanno paura ad uscire dai settlement (campi) e la loro mobilità è molto limitata. La propaganda politica contro di loro si concentra sul tema del lavoro e mette in luce l’abbassamento degli standard salariali libanesi causati dalla presenza di manodopera a basso costo.
Qui l’operatrice di TSC ha realizzato un’attività di team building con lo staff locale, lavorando sulla conflict trasformation per rafforzare la squadra e renderla maggiormente coesa. Lo staff che ha partecipato ai laboratori ha deciso di mettere per iscritto un protocollo di regole e buone prassi di lavoro comune.