Per quasi due secoli, a Cuba i lavoratori di sigari avrebbero assunto professionisti per leggere ad alta voce mentre i lavoratori avanzavano foglie e arrotolavano sigari. I libri venivano scelti dai comitati: romanzi, teatro, filosofia, persino manifesti rivoluzionari o quotidiani. Ecco perchè alcune marche di sigaro famose hanno nome come “Romeo e Giulietta” o “Montecristo”. Questo ambiente intellettuale di colleghi alfabetizzati e analfabeti ha generato i primi sindacati di lavoro nelle Americhe, tra cui The United Cigar Workers Union.
Durante la Giornata Internazionale di Studio “Teatro, Salute e Disuguaglianze”, il docente allo IULM e ricercatore ad Harvard Pier Luigi Sacco ha illustrato il progetto Pre-texts, che nasce da un’idea della professoressa di Harvard Doris Sommer e si basa sul modello latinoamericano di promozione di un’educazione olistica attraverso le arti. Pre-texts unisce la pedagogia di Paulo Freire e Augusto Boal con l’approccio di Friedrich Schiller, Maria Montessori e John Dewey. I libri e i testi non sono sacri, ma sono materiale grezzo con il quale fare arte e creare una nuova forma di educazione inclusiva, destinata soprattutto ai contesti di deprivazione culturale come le periferie delle megalopoli latinoamercane, ma anche a Boston, Atlanta, Los Angeles, in Zimbabwe e in Cina.
Pre-Texts è un protocollo pedagogico che utilizza i testi come “pretesti” per sviluppare il pensiero critico. Si rivalutano testi considerati difficili o ostici e li si reinterpreta trasformandoli ora in un rap ora in una danza, ora in una sfilata di moda ora in un menu. L’obiettivo non è la conoscenza del testo, ma l’acquisizione di nuove competenze come la capacità di analizzare un contenuto, di metterlo in scena o musicarlo, di lavorare in gruppo e creare un prodotto artistico.