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Raccogliere testimonianze: focus sul progetto Albergo della luce

-Febbraio 2016-

Continua Albergo della Luce, il progetto artistico e formativo che SCT Centre sta realizzando presso la Fondazione OTAF (Fondazione impegnata nel sostegno delle persone disabili dal 1917) in Svizzera. Narrazione di comunità e ritualità sono le chiavi di questo intervento teatrale. Fin dall’inizio del progetto, l’équipe è stata impegnata a raccogliere le storie dei protagonisti dell’OTAF attraverso le testimonianze dirette di famiglie, operatori e ospiti. Dalle storie personali, con il lavoro artistico professionale, viene creato un grande racconto corale che prende forma in tre diverse azioni artistiche lungo la durata del progetto: una serata teatrale di comunità (6 dicembre 2016), una festa di comunità che prevede una grande performance itinerante negli spazi dell’OTAF (3-4 giugno 2017) e uno spettacolo da palco (dicembre 2017).
Fino ad ora, l’équipe di SCT Centre ha ascoltato le molteplici storie di chi abita OTAF, di chi ci lavora, di chi ne è vicino di casa. Ha raccolto ricordi di cuochi, direttori, genitori, membri del consiglio, operatrici, fisioterapisti, apprendisti, giardinieri, vegliatori notturni, ospiti pittori, genitori, famiglie adottive… Ogni persona ha condiviso un proprio piccolo pezzo di vita. Il viaggio dell’équipe di SCT Centre attraverso l’esistenza di questa Fondazione, è iniziato lo scorso giugno, quando per la prima volta si è recata in Svizzera. Le prime testimonianze raccolte sono state quelle del direttore e dei membri del consiglio. Dopo quell’incontro, l’équipe è tornata ogni mese, per raccogliere altre storie e consultare documenti d’archivio. Tanti frammenti della storia centenaria di un luogo nato dalla straordinaria azione di Cora Carloni per curare bambini gracili, ma che nel tempo si è trasformato in un grande centro che si prende cura delle persone disabili e delle loro famiglie. I frammenti raccolti ed una volta congiunti, saranno in grado di ricostruire la storia dell’Albergo della Luce (questo era l’antico nome di OTAF) che narrerà di accettazione e convivenza con la disabilità, di impegno sociale, passione etica e innovazione sanitaria, e di sostegno a famiglie e operatori.

Perché per gli operatori di SCT Centre è così importante collezionare storie?
La raccolta di storie attraverso interviste e la loro rielaborazione in forma di rappresentazione teatrale che possa raccontare una comunità, è uno degli strumenti della metodologia di Teatro Sociale e di Comunità, ideata da SCT Centre|Università di Torino nel 2001. Il principio fondante della metodologia sostiene che la comunità di cittadini è autrice dell’opera d’arte. Grazie al TSC infatti, l’arte entra nei luoghi pubblici, non attraverso l’opera fatta dagli artisti, ma attraverso i cittadini che vengono coinvolti con diversi ruoli direttamente nella creazione e rappresentazione teatrale da parte di un’équipe professionista. Il lavoro con le narrazioni di comunità nell’ottica del TSC permette alla comunità di raccontarsi, raccogliendo le singole storie dei suoi membri per poi tramutarle in un’unica grande storia che riveli la comunità proprio come un grande coro fatto di parti diverse a volte anche contradditorie e solleciti nello spettatore un nuovo sguardo sull’identità di quella comunità, di cui magari egli stesso è parte. Nel TSC l’intervista che viene utilizzata dagli operatori per raccogliere le storie – la cui natura è vicina a quella antropologica – è uno strumento chiave per la raccolta di storie da mettere in scena.
Come afferma Alessandra Rossi Ghiglione parlando del progetto Albergo della Luce, gli attori di teatro sociale sono degli “stranieri con la voglia di vivere altre vite” che si “calano in tanti sguardi, incontrano altri punti di vista ed entrano in tante storie personali diverse”. Questo per poi restituire al pubblico quello che hanno ascoltato attraverso uno spettacolo teatrale che possa “far vedere e sentire allo spettatore quel movimento lento che caratterizza la vita degli utenti”, facendolo entrare con loro nelle diverse stanze dell’OTAF. Gli attori di teatro sociale hanno l’obiettivo di “infondere in ciascun operatore e nella gente la consapevolezza di ciò che si fa in OTAF, attraverso il teatro, consentendo al pubblico di entrare e vedere la straordinarietà delle vite di chi ci lavora”. La narrazione di comunità parte dalle singole storie dei suoi membri e crea un grande racconto collettivo mostrando ciò che la costituisce.
Nel progetto Albergo della Luce, le storie raccolte saranno il fondamento di due eventi teatrali: la festa di comunità che avverrà a giugno e lo spettacolo teatrale professionale che debutterà il prossimo autunno. In entrambe le situazioni SCT Centre racconterà, attraverso il lavoro di attori professionisti, la storia centenaria dell’OTAF e le singole vicende dei suoi diversi protagonisti, attraverso azioni dinamiche composte dai pensieri, le parole, i gesti, i corpi, i segni di tutta la comunità coinvolta. Entrambe le forme di rappresentazione che il progetto prevede sono importanti nel TSC. Nella festa di comunità, il pubblico non solo ascolta, ma agisce in prima persona, essendo direttamente coinvolto nell’evento. La festa di comunità è un rito collettivo che propone l’esperienza unica del “fare insieme”, rendendo più efficace l’esperienza teatrale. Parallelamente, lo spettacolo frontale è in grado di rendere visibile ciò che non sempre riesce ad emergere, poiché sul palcoscenico si pone in evidenza ciò che è in scena. Questo crea una condizione d’ascolto “pulito”, poiché il pubblico ascolta le storie in silenzio.
I benefici della creazione di un’opera di TSC rimangono nel tempo, grazie ai legami che questa forma artistica è in grado di creare fra i cittadini, che generano un nuovo senso di appartenenza nella comunità coinvolta. In Albergo delle Luce, SCT Centre si è posto l’obiettivo di creare una nuova immagine di OTAF, che possa mostrarla alla comunità ticinese sotto una luce diversa. Un ritratto che ne mostri la bellezza oltre che la concreta utilità, per far nascere nei cittadini il desiderio di partecipare, condividere e costruire legami organici nell’ottica dell’inclusione e della pluralità. L’impegno di SCT Centre in Svizzera è diretto a rinforzare i legami fra OTAF ed il suo territorio, per creare occasioni attive di coinvolgimento delle famiglie, stabilendo collegamenti con scuole, associazioni culturali e artistiche. Questo progetto non solo vuole celebrare un luogo attraverso la narrazione, ma anche costruire comunità, attraverso la formazione di operatori e l’incontro con i cittadini.