Estratti dal Saggio “Teatro e medicina. Co-Health. Il teatro nella formazione del personale sanitario” di Alberto Pagliarino
in Humanities e altre scienze. Superare la disciplinarità, a cura di Monica Cini, Carocci, Roma, 2017, 128 pp.
Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte.
Giuramento di Ippocrate
Quando parliamo di medicina non ci riferiamo solo all’intervento di cura, ma anche alla promozione della salute e al benessere psicofisico. In particolare il progetto di ricerca “Co-Health, il teatro nella formazione del personale sanitario”, è l’occasione per mettere in evidenza gli elementi di un’esperienza di interdisciplinarità che ha visto coinvolte entrambe le discipline.
A partire dagli anni Settanta si compie un passaggio “culturale” all’interno del panorama medico e la malattia viene letta sempre di più come esito di una molteplicità di cause e non come prodotto di un unico elemento patogeno. Si inizia a valorizzare anche il ruolo attivo del paziente nel percorso verso la propria guarigione. Nasce il concetto di “determinanti di salute”, cioè quell’insieme di fattori, di ordine fisico, biologico, psicologico, sociale e culturale che determinano insieme uno stato di salute. Si indica ad esempio l’im-portanza di uno stile di vita sano, di una rete virtuosa di relazioni sociali e familiari, si evidenzia il ruolo dello stress come elemento scatenante o cronicizzante di diverse patologie (Lemma, 2005).
Quando parliamo di interdisciplinarità tra teatro e medicina non ci riferiamo semplicemente all’utilizzo di uno specifico metodo teatrale calato in un contesto sanitario al fine di migliorare la salute dei partecipanti, o almeno non solo. Piuttosto il percorso di ricerca, che si è intrapreso a partire dalla pratica sul campo con il progetto “Co -Health, il teatro nella formazione del personale sanitario è stato un percorso di scoperta orientato a individuare alcuni principi di funzionamento già presenti nel tsc che potessero essere utili al lavoro in campo sanitario.
Questo percorso di ricerca si è sviluppato e articolato a partire da di-versi progetti precedentemente attivati sul territorio della Regione Piemonte, alcuni dei quali promossi, tra gli altri, dal Social and Community Theatre Centre dell’Università di Torino. Tra questi “Cantiere teatrale San Giovanni Antica Sede. Sotto il segno del cancro” e la sperimentazione nella formazione dei futuri infermieri nel contesto della Facoltà di Infermieristica dell’Università di Torino.
Il primo progetto ha mobilitato l’intera comunità dell’ospedale attivando rituali civili aperti alla cittadinanza. Come si guarda alla vita dal punto di vista di chi ha il cancro? Questa è stata la linea guida drammaturgica che ha condotto l’intervento di tsc al San Giovanni. I professionisti hanno raccolto in primo luogo le storie degli abitanti dell’ospedale. In seguito sono stati realizzati due grandi eventi aperti alla cittadinanza […] Nel partecipare, organizzare, condividere questi percorsi, nel raccontare le proprie storie e nel vederle messe in scena, nell’aprirsi alla cittadinanza, gli abitanti dell’ospedale si sono scoperti una comunità e l’ospedale è diventato il luogo e il tempo dell’incontro per la città.
Il secondo progetto ha coinvolto gli studenti di Infiermeristica in un’esperienza formativa che, attraverso i linguaggi teatrali, ha permesso di acquisire competenze efficaci di relazione e di comunicazione con il paziente e con il resto del team professionale, e di contrastare il burn out del singolo professionista.
Anche il progetto di ricerca “Co-Health, il teatro nella formazione del personale sanitario” è un progetto del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino, realizzato dal Social Community Theatre Centre | Unito. Il progetto si è svolto a Torino nel corso di due anni di attività, dall’ottobre 2013 al novembre 2015 con l’obiettivo di progettare, sperimentare e valutare un protocollo di formazione e intervento di teatro sociale trasferibile rivolto a operatori sanitari, quali infermieri, medici, ostetriche, e altre professioni sanitarie, per potenziarne le soft skills. Si è rivolto a due gruppi interprofessionali di 30 studenti ciascuno, provenienti da tre corsi di laurea (medicina, in-fermieristica, ostetricia) e dalle sedi di Torino e Cuneo. Il percorso è poi stato sottoposto a un processo di valutazione secondo un approccio quali-quantitativo.
Nel caso di un infermiere il contesto di azioni che si trova ad affrontare è un con-tinuo passaggio tra l’incontro con il paziente, lo scambio verbale e in-formativo, la presa in carico delle azioni di cura sul corpo del paziente, il colloquio con i medici, l’approccio ai familiari, la compilazione dei documenti per le procedure. Sono tutte sequenze di azioni che costringono il curante a un salto continuo di piani, da quello verbale, a quel-lo cognitivo, e mettono in campo attenzione, ascolto, comunicazione chiara, controllo, resilienza, pianificazione, messa in pratica di cono-scenze tecniche in un susseguirsi continuo.
Qual è stato dunque l’esito interdisciplinare di “Co -Health” e della lunga ricerca di dialogo tra teatro e medicina maturata in un decennio di sperimentazioni? Si può riassumere in una parola: benessere. Prima ancora di formare delle competenze o delle relazioni, il teatro, gestito consapevolmente in quest’ottica, si è dimostrato un processo rigenerativo.