Immagine tratta dalla Marcia contro tutte le guerre organizzata da SOU – Scuola di Architettura per Bambini di Farm Cultural Park, che si è unita alla Parata del Minestrone di Comunità, format artistico ideato da SCT Centre svoltosi il 29 marzo 2025 a Favara (AG)
A cura di Alessandra Rossi Ghiglione – Direttrice SCT Centre
Il perdurare di tremendi scenari di guerra e violenza in Ucraina e nel Medioriente intrecciato ai rapidi cambiamenti politici di questi ultimi mesi provocati dalla nuova presidenza degli Stati Uniti nei rapporti con l’Europa, sta disegnando un presente molto diverso da quello a cui siamo abituati. E’ un presente in cui più che cambiare la quotidianità – per la maggioranza di noi ancora simile a se stessa-, cambia il nostro immaginario e il sentimento complessivo con cui viviamo nel mondo.
Per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale il pensiero della guerra a ‘casa nostra’ si affaccia a colazione insieme alle prime notizie della giornata, come in quel suggerimento di pochi giorni fa su come fare una valigia con le cose più importanti da portar via in caso ci svegliassimo in un’alba di guerra. Ogni giornata viene abitata da nuove parole e nuovi simboli che accrescono la paura e l’incertezza.
Tutto questo rapido mutare dell’atmosfera vitale in cui siamo immersi ci interroga non solo come persone e cittadini, ma anche come artisti e operatori culturali, e ancora di più come persone di teatro che lavorano con le persone.
Ci sembra sempre più chiaro che ogni cosa che facciamo non sia solo teatro e arte, ma sia, possa e debba essere un’azione di resistenza e pace. Resistenza alla cultura della violenza che anima le relazioni personali -in famiglia, nella classi, nelle organizzazioni, per le strade-, e costruzione di pace, nella capacità di favorire fiducia, accettazione, condivisione e di sostenere la fede nei diritti universali della persona.
Ogni azione di teatro con i gruppi e le comunità è anche sempre di più un’azione di cittadinanza europea. La costruzione cioè attraverso l’arte e la partecipazione di un modo di vivere gli uni e con gli altri ispirato a quei valori di solidarietà, pace, libertà e democrazia che hanno animato i padri fondatori dell’Europa, quando hanno creato, – dalle macerie e dalle infinite violenze e sofferenze della seconda guerra mondiale – una nuova visione di legami e valori che univa gli abitanti di Francia, Italia, Germania e di tutti gli altri Paesi. Una visione che è ancora un sogno per tutta l’umanità.
Credere in un sogno di pace e giustizia, in un mondo di diritti e di libertà è un sogno che possiamo sognare insieme attraverso l’arte. Credere nei sogni è uno dei compiti del teatro per cambiare il presente.