Due giornate di comunità e partecipazione con il progetto ECO – Educazione di Comunità
Il minestrone è un piatto antico e universale: natura, fatta di verdure e acqua, e cultura, racchiusa nelle modalità di preparazione e nelle ricette tramandate di generazione in generazione. È un piatto semplice, presente in tutte le tradizioni del mondo, eppure ogni volta diverso, radicato nei territori e, allo stesso tempo, capace di parlare a tutti.
Attorno a questo gesto antico e collettivo, il 29 e 30 marzo 2025, Favara e Palma di Montechiaro hanno vissuto due giornate di straordinaria partecipazione, creatività e incontro grazie al Minestrone di Comunità, il format artistico ideato e realizzato da SCT Centre.
Due giornate intense, nate all’interno del progetto ECO – Educazione di COmunità e costruite insieme a scuole, associazioni, cittadini e amministrazioni locali, con il sostegno di SOU – Scuola di Architettura per Bambini di Farm Cultural Park, Fondazione Comunitaria Agrigento Trapani e i Comuni di Favara e Palma di Montechiaro.
Un progetto nato con l’obiettivo di rafforzare il tessuto sociale attraverso pratiche partecipative e metodologie creative, promuovendo inclusione, cittadinanza attiva e crescita condivisa.
Il primo appuntamento si è svolto sabato 29 marzo, a Favara abbiamo camminato insieme a studenti, artisti, cittadini, associazioni e volontari nella Marcia contro tutte le guerre, trasformando la città in un grande abbraccio di pace e speranza.
Abbiamo raccolto verdure lanciate dai balconi per preparare il nostro Minestrone di Comunità, e in Piazza Cavour abbiamo condiviso non solo un pasto, ma anche il desiderio di un mondo più giusto e senza violenza in un clima di festa e riflessione, arricchito dalla musica, dalle performance artistiche e dall’inaugurazione di “F*CK WAR”, progetto di street art curato da CHEAP, che ha trasformato lo spazio urbano in un messaggio visivo contro la cultura della guerra.
Domenica 30 marzo è stata la volta di Palma di Montechiaro, dove il Minestrone di Comunità si è intrecciato con la tradizione locale della Minestra di San Giuseppe arricchendola di nuovi significati attraverso il linguaggio artistico. La risposta della comunità è stata straordinaria: il paese intero è sceso in strada, si è affacciato dai balconi, ha donato verdure, partecipato con entusiasmo nonostante la pioggia.
Associazioni parrocchiali, scout AGESCI, gruppi di minori stranieri non accompagnati hanno portato il loro contributo creativo con performance, musica, rap e scene teatrali ispirate alle storie e alle tradizioni del territorio. Il cammino delle parate è culminato nelle piazze principali, dove cittadini e cittadine si sono ritrovati per il taglio collettivo delle verdure e la preparazione del grande minestrone, trasformando il pranzo in un momento di incontro, racconto e costruzione di legami.
A Palma di Montechiaro la giornata si è conclusa con la replica di “OCA – L’arte che allena il pensiero”, spettacolo interattivo di SCT Centre co-costruito insieme agli abitanti. Attraverso nuove caselle e nuove storie, lo spettacolo ha aperto riflessioni partecipate su cittadinanza, inclusione, disuguaglianze e cambiamento sociale.
La partecipazione è stata straordinaria in entrambe le città. Tra i momenti più toccanti, l’omaggio degli studenti di Favara che hanno recitato in dialetto locale una nuova versione di “Imagine” di John Lennon, rendendo il sogno di un mondo senza guerre ancora più vicino, più reale, più nostro.
Due giorni che hanno confermato quanto l’arte partecipativa possa essere potente: capace di costruire legami autentici, di far emergere energie nascoste, di rimettere al centro le persone e i loro desideri di futuro.
Grazie Favara.
Grazie Palma di Montechiaro.
Grazie a chi ha camminato, cucinato, suonato, cantato e sognato insieme a noi